La nicotina è un alcaloide, ossia è una sostanza tossica che le piante producono per difendersi; essa è perciò naturalmente presente, seppur in dosi ridotte, in alcuni cibi come i prodotti della famiglia delle solanacee, il pomodoro, i peperoni, le melanzane e le patate ma anche il peperoncino, il cavolfiore, le foglie di tè verde o nero.
La causa della presenza di nicotina in altri alimenti potrebbe, però, essere dovuta a contaminazioni accidentali nei processi di lavorazione, all’impiego di residui delle piante di tabacco come combustibile nei processi di essiccazione di alcuni prodotti (es. funghi) oppure all’utilizzo di prodotti fitosanitari a base di nicotina (bandita come principio attivo nell’UE, ma ancora in uso in paesi del Terzo Mondo e anche in Cina) per il controllo degli insetti infestanti in fase post-raccolta.
A livello europeo i livelli massimi di residui di fitofarmaci, anche se di origine naturale, sono fissati dalla legislazione sui pesticidi con il regolamento (CE) n. 396/2005.
Il nuovo REGOLAMENTO (UE) 2023/1536 del 25 luglio 2023, che entra in vigore dal 15 settembre 2023, interviene appunto a modificare il Regolamento (CE) n. 396/2005 per quanto riguarda la riduzione dei livelli massimi di residui di nicotina per alcuni prodotti.
Agro.Biolab Laboratory esegue la ricerca accreditata ACCREDIA di Nicotina con metodo QuPPe e tecnica LC/MS/MS; il campo di applicazione si estende ad alimenti di origine vegetale come la frutta (tra cui frutta secca), ortaggi, cereali e relativi prodotti di trasformazione e miele.
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